IL TRATTAMENTO IMPLANTARE
Gentile paziente, questa breve esposizione si propone di spiegare le caratteristiche della terapia implantare e le procedure che il Suo Odontoiatra metterà in atto nell’eseguire un trattamento con impianti.
LA MANCANZA DI DENTI
La mancanza di uno o più elementi dentali in arcata interessa una grande parte della popolazione, con conseguenti problemi personali e sociali rilevanti. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nel nostro paese vengono estratti per carie 1,5 denti per ciascun cittadino fra i 35 e i 44 anni, senza contare i denti del giudizio. Con l'aumentare dell'età l’incidenza della malattia parodontale può favorire l’aumento della perdita dentale rispetto alla sola carie. L'edentulia totale (completa mancanza di denti) interessa il 12,8% dei cittadini oltre i 65 anni.
QUANDO VA CONSIDERATA LA SOSTITUZIONE DI UN DENTE MANCANTE
La mancanza di uno o più denti non richiede necessariamente un trattamento sostitutivo se il paziente non lamenta alcun disagio masticatorio o estetico, ma frequentemente i pazienti richiedono il trattamento protesico per ripristinare la funzione e o l’estetica.
QUALI SONO I MEZZI PER SOSTITUIRE UN DENTE MANCANTE
I metodi per trattare le edentulie comprendono la protesi a ponte cementata, la protesi a ponte adesiva, la protesi rimovibile, l'ortodonzia. A partire dalla metà degli anni ottanta una serie di studi longitudinali ha dimostrato l’affidabilità a lungo termine dell’implantologia per la sostituzione dei denti mancanti con risultati simili alla tradizionale protesi a ponte ma senza danneggiamento per i denti adiacenti.
INDICAZIONI: A CHI È DESTINATA LA TERAPIA IMPLANTARE?
La terapia implantare si è rivelata utile in diverse situazioni cliniche dalla sostituzione di un singolo elemento dentale mancante fino alla totale edentulia. Contrariamente a quanto si possa pensare, nella maggioranza dei casi, l’intervento di implantologia dentale non é doloroso e nemmeno costoso e presenta una percentuale di successo molto elevata.
Edentulismo singolo
Quando manca un singolo elemento dentale in arcata, l’impiego dell’implantologia consente di sostituire il dente mancante mantenendo integri i denti adiacenti o evitando di coinvolgere denti di scarsa affidabilità strutturale. (Figg. 1a, 1b, 1c). Inoltre una protesi a ponte aumenta nel tempo il rischio di problemi sui denti coinvolti come devitalizzazione o addirittura estrazione al momento dell’eventuale ritrattamento.
Quando la mancanza di un singolo dente è associata a diastemi (spazi fra i denti naturali) in una zona visibile, la terapia implantare è la prima opzione di trattamento, perché la protesi fissa convenzionale altererebbe decisamente l'aspetto della dentatura. Se gli elementi adiacenti alla lacuna dentaria non sono sufficientemente affidabili la soluzione implantare diventa la più affidabile. Infine, quando si ritiene di dover sostituire solo un elemento in casi di edentulismo terminale (ultimo o ultimi denti mancanti) l'impianto permette di evitare i problemi meccanici associati alla protesi a ponte con un elemento in estensione, soprattutto il rischio di frattura del pilastro distale e di decementazione.
Edentulismo intercalare plurimo
Si definisce l’edentulismo intercalare plurimo quando fra 2 denti manca più di un elemento dentale. In tali casi la protesi fissa convenzionale può essere troppo rischiosa soprattutto se il numero dei denti mancanti è elevato, con il rischio di decementazione della protesi o la frattura della protesi o dei pilastri. In tali casi deve essere valutato l’opportunità di una terapia implantare.
Edentulismo distale
L’edentulismo distale è la mancanza degli ultimi denti: in tali casi una protesi convenzionale a ponte non è realizzabile per la mancanza di un pilastro posteriore. In tali casi la terapia implantare può essere una buona alternativa alla protesi mobile.
Edentulismo totale
La totale mancanza di denti comporta grossi problemi estetici, fonetici e masticatori per il paziente. Nei casi di edentulismo totale, la terapia implantare permette di evitare il disagio psicologico associato alla protesi totale, risolvere i problemi di stabilità e ritenzione della protesi mobile e di correggere i problemi di iperreflessia e iperestesia (dolore conseguente alla frizione dei bordi protesici sulla mucosa). Gli attuali impianti osseointegrati sono stati sperimentati all'inizio proprio su pazienti totalmente edentuli ed hanno dimostrato un’ottima prognosi a lungo termine. In questo senso l’implantologia nel paziente edentulo (con protesi fissa o rimovibile) favorisce la risoluzione anche dei problemi psicologici associati alla presenza di una protesi rimovibile indipendentemente dalla qualità della funzione (Figg. 2a, 2b, 2c, 2d).
TECHICHE
L'"implantologo", odontoiatra e/o chirurgo, crea una sede nell'osso del paziente (in corrispondenza del nuovo dente da sostituire o da immettere ex novo), attraverso una serie di frese ossee calibrate, per inserire successivamente un impianto dentale endo-osseo.
Durante la prima seduta chirurgica viene inserita la vite nell’osso. Il successo dell’inserimento dipende da quanto, nei successivi tre o sei mesi, il tessuto osseo riesce a crescere intorno all’impianto, inglobandolo nella sua struttura. Dopo questa prima fase di “osteointegrazione” è possibile completare il trattamento e procedere al posizionamento della protesi.
Come per qualunque intervento di chirurgia orale si potrebbe accusare, dopo l’effetto dell’anestetico locale, un indolenzimento della gengiva e dell’osso. In genere, il carico masticatorio con protesi fissa avviene in un secondo tempo, dopo 3/4 mesi per la mandibola, dopo 5/6 mesi per il mascellare superiore. Tempo valutato in base ad ogni singolo caso. Attualmente, grazie alla ricerca scientifica inerente la superficie e la forma degli impianti, si può ipotizzare un carico immediato subito dopo la chirurgia. Ovvero, in alcuni casi il paziente potrà avere la nuova protesi definitiva entro 12 ore. Questo sarà possibile solo dopo un attento “piano di trattamento” e in condizioni particolari che vengono valutate dall’implantologo con ogni singolo paziente.
Gli impianti hanno una vita pressoché illimitata (gli studi più lunghi hanno 25 anni) se viene effettuata una corretta pulizia della bocca domiciliare da parte del paziente e in studio attraverso regolari sedute di controllo e di ablazione del tartaro, effettuate dal medico odontoiatra, essenziale per la buona riuscita di un trattamento impiantare in dieci giorni.
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